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Da BANCARIA a SOCIAL MEDIA MANAGER

Abbiamo intervistato Laura Zampetti, da bancaria a Social Media Manager e creatrice della pagina instagram i_weekndieri, ecco cosa ci ha raccontato:

Come stai?

Molto bene, sono qui a casa, oggi ho deciso di lavorare dalla mia stanzetta, anche se solitamente lavoro nel coworking.

I vantaggi del libero professionista…

Esatto, lo smartworking, anche in questo periodo di Covid, mi ha avvantaggiata molto.

La cosa che più ci ha sorpreso è che hai deciso di partire da una città piccola come Reggio Emilia, mollare il tuo lavoro, e aprire un tuo business nel mondo social media marketing, ma prima di tutto raccontaci chi sei e di cosa ti occupi

Sono Laura, tre anni fa ho deciso di abbandonare il mio lavoro in banca a tempo indeterminato per inseguire il mio sogno, che in realtà non avevo ben chiaro cosa fosse. Sapevo solamente che avevo una gran voglia di viaggiare e di esplorare il mondo. Presa da questo irrefrenabile desiderio, mi sono licenziata. Quando mi sono licenziata non avevo la minima idea del fatto che esistessero figure come i travel blogger, e non era quello il motivo della mia scelta drastico. Volevo innanzitutto viaggiare. Poco a poco ho scoperto il mondo dei blog e dei social e ho intrapreso questa nuova carriera lavorativa. Ma la verità è che sono sempre stata interessata al marketing, e mi sembrava l’occasione giusta per mettermi in gioco. Adesso vivo di questo.

La prima domanda che ci viene spontanea è: se eri interessata al marketing per quale motivo non hai deciso di approfondirlo nell’ambito bancario, in cui già lavoravi?

In realtà lo avevo chiesto, ma non me lo permetteva la banca. La sede principale era distante dal posto in cui lavoravo, e nella mia filiale non si occupavano di marketing.

Quindi ad oggi i tuoi canali principali sul web sono Instagram, Linkedin, YouTube, Facebook, hai un blog tuo…

Esatto, anche se sto cercando di dividere l’attività di Social Media Manager da quella dell’Influncer: i_weekendieri ha una community legata ai viaggi, mentre l’attività da SMM è prettamente di nozioni di marketing e business.

Cosa cambia, a tuo parere, tra una piattaforma e l’altra?

Spesso il pubblico e anche le aziende non percepiscono che i linguaggi tra Instagram e YouTube sono differenti, come quelli tra Linkedin e Facebook. E questo può portare ad una comunicazione errata. Ad un marketing errato. Ad esempio: YouTube è, a tutti gli effetti, un motore di ricerca. I contenuti possono essere indicizzati e il pubblico li ricerca: cerca tutorial, nozioni, intrattenimento, trova una risposta alle proprie domande. Instagram è differente: le storie spariscono dopo 24 ore, è tutto più immediato, occorre essere sul pezzo.

Facebook è diventato lo spazio in cui trovare contenuti di attualità, ed è sfruttato anche della grandi testate giornalistiche, che condivido articoli di vario genere.

Dopo il lockdown noti ci sia stato un cambiamento dell’uso social e web?

Indubbiamente: le persone hanno preso più consapevolezza delle potenzialità del digitale, sia da fruitori che da produttori. Il mio lavoro da SMM è triplicato in questo lasso di tempo. Mi stupisce solo che ci siano arrivati ora. L’anno scorso ho frequentato un master di fotografia a Bologna e nei viaggi in treno mi sono resa conto di quanto i passeggeri avessero sempre tra le mani il loro smartphone. Allora mi sono detta: “Se la tua azienda non è presente tra i loro contenuti, non esiste”.

È una frase drastica, ne sono consapevole, ma è la verità.

Quali sono ad oggi i consigli che daresti a chi si approccia al mondo di Instagram e vuole crescere?

Innanzitutto serve costanza e pazienza. La parte più difficile è arrivare a 10 000 follower, e puoi farlo attraverso molte collaborazioni con persone della tua stessa nicchia. Poco a poco i numeri cresceranno, e più cresceranno i numeri e più sarà facile che le persone ti scoprano. Questo è vero. 

Ma per molto tempo si sono usati bot e automazioni…

Hai ragione. Anche io l’ho fatto, non lo nego. All’epoca funzionava, ma ad oggi è controproducente: è molto facile essere scoperti, e ci sono vari tool che permettono di farlo.

Quindi se dovessi scegliere tra aumentare i numeri cosa sceglieresti?

Di creare relazioni. Sempre. Dietro ai numeri ci sono persone, ed è a loro che occorre parlare.

Se oggi ti contattasse un’azienda qual è l’investimento minimo che le consiglieresti per portare avanti una strategia efficace sui social?

L’investimento in adv è fondamentale per poter arrivare a persone che non ti conoscevano. Occorre studiare il target di riferimento, l’audience a cui si vuole arrivare. Per avere riscontri positivi è necessario investire almeno 400/500 euro a settimana. Sembrano molti, lo so, ma qual è il riscontro? Quei 500 euro investiti quanto ti possono portare di guadagno? Se anche solo per 500 euro di investimento si riuscissero a guadagnare 2 000 euro ci sarebbe un ritorno economico di 1 500 euro: tre volte tanto. Credo ne valga la pena.

Ma per quale motivo dovrei decidere di investire sui social e non su altre forme di pubblicità?

Di fatto la pubblicità sui social è decisamente più economica rispetto a pubblicità televisive o su grandi giornali. Un ulteriore vantaggio consiste nella capacità di avere dati specifici e traghettizzare la propria campagna per quel preciso target. In televisione le cose sono diverse: parli sempre ad un pubblico generalista che magari non ha già un interesse specifico per il tuo prodotto o servizio.

Grazie Laura, sei stata particolarmente esaustiva. Buona fortuna per tutto!

Grazie, e buon lavoro!

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