Internet ci sta rubando l’esistenza?
Questo è l’interrogativo principale che si pone il documentario di Netflix dal titolo The Social Dilemma.
Qui sul blog di F2F ci siamo chiesti spesso quale fosse il valore dei mezzi web. I Social, Internet, le piattaforme digitali, ci hanno cambiato la vita.
Lo dimostrano ancora di più i numeri del 2020, dove un’epidemia globale ha fermato il pianeta ma ha accelerato la forza degli strumenti digitali.
Smartworking ed E-commerce sono le categorie che sono cresciute più rapidamente negli ultimi mesi.
Ma se ci fosse un lato oscuro in tutto questo?
Il lato oscuro dei Social
Inutile negarlo: i Social ci hanno permesso di cambiare noi stessi.
Le nostre abitudini innanzi tutto. Viviamo in costante contatto con il nostro smartphone per poter controllare l’ultimo aggiornamento su Linkedin, l’ultimo commento su Facebook o quanti likes abbiamo ricevuto su Instagram.
Esprimono grandi potenzialità: attraverso i Social sono nate nuove figure lavorative, come i Social Media Manager, i Web Designer e gli Influencer.
I Social sono un ottimo mezzo di comunicazione. Permettono di creare una community attorno alla propria figura o al proprio brand. Di nutrire relazioni e inventare nuove opportunità.
Ma è innegabile il fatto che, come tutti gli strumenti, se usati inconsapevolmente i Social possono essere più pericolosi che utili.
Da tempo ormai gli psicologi si interrogano sulle conseguenze dell’utilizzo dei social.
FOMO è l’anagramma di Fear Of Missing Out. Tradotto significa la paura di perdere, di rimanere esclusi.
In effetti ci si ritrova spesso a controllare il proprio smartphone per paura di perdersi l’ultimo aggiornamento, l’ultima notizia.
Se non si raggiunge un determinato numero di likes si ritiene di aver fallito.
Le piattaforme ne sono consapevoli e poco a poco tentano (almeno di facciata) di aiutare l’utente.
Instagram ha reso possibile sapere quanto tempo si utilizza la piattaforma. Attraverso “le tue attività” si può scoprire qual è il tempo medio trascorso sul social e impostare un promemoria che segnali il tempo trascorso.
Sono stati tolti anche i likes per evitare che gli utenti si sentissero inadeguati rispetto ai loro following o ai grandi influencer.
Ma tutto questo non basta.
La verità di The Social Dilemma
The Social Dilemma è il documentario filmato da Netflix in cui vari protagonisti della Silicon Valley (luogo in cui nascono e proliferano i grandi player del digitale) vengono intervistati.
Se il servizio è gratis, il prodotto sei tu.
Questo è il grande mantra del documentario.
Vengono intervistate personalità come Tristan Harris, inventore della posta elettronica di Google, Roger McNamee, primo investitore di Facebook, Justin Rosenstein, ingegnere di Facebook e Google.
Ciò che risulta è sconvolgente.
- Gli algoritmi costruiti da ingegneri reagiscono ormai in automatico e sono diretti verso direzioni inaspettati;
- La cosa che fa funzionare meglio gli algoritmi è la polarizzazione perché crea dibattito;
- L’obiettivo principale dei Social è quello di tenere incollato l’utente il più possibile per potergli rivendere pubblicità;
- La pubblicità è perfettamente profilata in base ai propri interessi e alle proprie abitudini;
- Alcune persone cascano nel tranello dei Social senza nemmeno rendersene conto.
Una cosa che tutti gli intervistati tengono a sottolineare è che nessuno si aspettava sarebbe successo. Nessuno riteneva avrebbe avuto questa portata.
Ma il futuro dei Social come sarà?
Il futuro dei social
Se fino a qualche tempo fa qualcuno riteneva che i social fossero una moda passeggera, oggi si è reso conto che i Social rimarranno ancora per molto.
Dire quanto è decisamente difficile, ma in generale i media non vengono soppiantati e anzi godono spesso di nuova vita.
Ad esempio, la radio rivive attraverso le trasmissioni televisive dedicate, e la televisione rivive attraverso gli spezzoni ricaricati sul web.
Quello che davvero conta è sapere come i Social funzionano (e in questo The Social Dilemma aiuta a dare una panoramica generica), poi prendere le giuste precauzioni.
Risulta fondamentale comunicare tramite i Social e credere di boicottarli è una vera è propria utopia.
Ma siamo sempre in tempo per utilizzare i Social come mezzo e non essere noi il mezzo dei Social (attraverso cui vendere la loro pubblicità).
